(LIBRO FUORI CATALOGO)
Senza la pretesa di diventare immortale o l’aspettativa di essere paragonata ad altro, concepita con un’estrema onestà intellettuale e una profonda intelligenza emotiva, questa raccolta di memorie è quanto di più leale e appassionato abbia letto negli ultimi tempi.
Veruska Armonioso su Satisfiction
Che cosa resta, una volta terminato Voi, onesti farabutti? Resta il senso di sconfitta violenta che la Storia ha inflitto a priori a un’intera generazione.
Matteo Pascoletti su Valigia Blu
Se io e il Ghelli fossimo due vini, oltre a unirci annata e terroir, saremmo due vini da contadini, di quelli che sì, un po’ di solforosa e di rame ci si sente, però insomma, anche genuini e adatti ai palati ruvidi.
Alberto Prunetti su Carmilla
Ciò che importa qui non è tanto additare i colpevoli o soppesare le responsabilità di ciascuno, quanto piuttosto l’opportunità di ritrarre, nei confini di una vicenda privata, l’attuale panorama di desolazione e l’assenza di prospettive future.
Umberto Mazzei su 404:filenotfound
La domanda che si (e ci) pone l’autore, cantando le gesta del nonno, il momento della sua scomparsa, è: chi porterà avanti la sua testimonianza? In questa ottica Voi, onesti farabutti acquisisce una valenza politica: il venir meno biologico del nonno sembra coincidere con la sparizione dei pilastri su cui si tiene la nostra repubblica: la lotta partigiana, l’antifascismo.
Demetrio Paolin su Il Manifesto
girellando in carmilla becco la recensione del libro; preso poche ore dopo, appena finito di leggere: bellissimo!
Grazie Giovanni, sono contento che il libro ti sia piaciuto (e grazie alla recensione di Alberto che te l’ha fatto conoscere).