Archivi tag: Jack Kerouac

Siamo stati tutti dei principianti

downloadRecentemente ho ritrovato il file di un vecchio romanzo (scritto intorno al 2004/2005 e che avevo intitolato L’anima del mondo è povera), da cui ho poi estratto una parte che ho rielaborato e che è stata pubblicata come racconto (intitolato Passaggi dagli sconosciuti) nella raccolta L’ora migliore (Il Foglio edizioni, 2011). Rileggendolo me ne sono vergognato un po’ (soprattutto per averlo mandato in lettura ad alcuni editori, tra cui sicuramente Minimum Fax), perché è pieno di luoghi comuni e di tanti errori tipici di un principiante. Se ho deciso però di renderne pubblica una piccola parte è proprio perché penso possa essere utile come esempio per chi si voglia approcciare alla scrittura.
Come potrete notare leggendolo, si capisce subito che la mia ambizione fosse quella di scrivere un romanzo cinematografico (all’epoca ero un dottorando in storia e critica del cinema): l’ambientazione del romanzo voleva un po’ ricreare le atmosfere alla David Lynch, mentre lo stile faceva un po’ il verso (un verso assolutamente sguaiato e ridicolo) a certi scrittori “maudit” che avevo da poco letto (Céline e Kerouac su tutti).
Quello che segue è l’incipit del capitolo 3, ovvero un campionario di tutte le scempiaggini da evitare quando si scrive una storia.
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Le citazioni pericolose: Jack Kerouac

Portrait Of Jack KerouacDa Big Sur (Mondadori, 1976) di Jack Kerouac

Lunghe notti semplicemente pensando all’utilità di quel dischetto di filo metallico, di quegli oggettini gialli di filo di rame che comperi nei supermarkets per dieci cents, tutti per me infinitamente più interessanti dello stupido e insensato romanzo Il lupo della steppa trovato nella capanna e letto con un’alzata di spalle Continua a leggere Le citazioni pericolose: Jack Kerouac

Fisiologia della parola

gargantuaRipubblico qua l’inedito letto durante la seconda edizione di Torinounasega al Caffè Notte di Firenze e precedentemente apparso sul blog di Scrittori precari.

Dire “parole di sangue”, o anche “scrivere di pancia”, son dei modi per offrire un corpo alla scrittura: come a intendere che essa ci procuri dei brividi, o degli spasmi, o anche solo delle contrazioni; come quando si aggroviglia l’intestino per un’emozione – che poi il romanticismo si disperde tutto in qualche emissione d’aria che ci si sforza di contenere. Di pancia e dell’intestino han già scritto in tanti: si pensi al Boccaccio o a Rabelais, ma anche a Dante e Céline, e spesso nelle feci è capitato anche di trovarci del sangue. Le due cose non sono infatti forse intimamente collegate? Ora, se si tralascia il discorso sui generi del terrore e dell’orrore (dei quali si sappia che io son sempre stato appassionato fin dall’adolescenza), il sangue è sempre elemento accidentale, imprevisto: qualcosa che fuoriesce e del quale si teme la vista – mentre delle feci ne possiamo provare schifo, del sangue se ne ha paura, in quanto indica un malfunzionamento dell’organismo: cacare o pisciare sangue, tanto per dirne una, non è certo indice di buona salute. Continua a leggere Fisiologia della parola