da Piazza d’Italia (Feltrinelli, 1993) di Antonio Tabucchi
“Bisogna amputare,” disse il pizzetto del medico.
La scheggia aveva sfracellato il piede che pendeva attaccato ai tendini, come un ex voto.
“Taglia pure questi filacci,” disse Plinio.
Non fu un lavoro difficile, anche se fatto alla buona, tra il fumo e la confusione della breccia. Quando ebbe stagnato i vasi il medico prese la bacinella e fece per andarsene, ma Plinio lo fermò.
“Quello è mio e lo rivoglio,” disse deciso. Continua a leggere Le citazioni pericolose: Antonio Tabucchi →
Il mio prossimo libro avrà a che fare con la memoria, e c’entrerà anche una gamba e il prendere a calci – forse per questo trovo una certa aria di famiglia tra Tozzi e il primo Tabucchi, passando per Luciano Bianciardi e la sua Vita agra: qualcosa che ha senz’altro a che fare con la lingua toscana e con la terra grossa e dura che dalla Maremma s’incunea nel senese e digrada sulla costa: una terra calpestata per intero dagli anarchici.
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Scrivo storie, perlopiù brevi. Insegno scrittura creativa all'Upter