Lo so che non si può fare a meno di dominare o di essere serviti. Ognuno ha bisogno di schiavi come di aria pura. Comandare è respirare, anche lei la pensa così? Persino i più diseredati riescono a respirare. L’ultimo nella scala sociale ha ancora il coniuge o il figlio. E se è celibe, un cane. Continua a leggere Le citazioni pericolose: Albert Camus→
da Il lavoro culturale (Feltrinelli, 1997) di Luciano Bianciardi
Era ogni anno la stessa storia. Uomini di quarant’anni, con moglie e figli grandi, non erano ancora entrati in ruolo, anche perché il ministero bandiva concorsi a ogni morte di papa, ed offriva settecento posti a ventimila candidati. Gli altri diciannovemila e passa dovevano continuare a cercarsi il lavoro stagione per stagione. Continua a leggere Le citazioni pericolose: Luciano Bianciardi→
Nella stagione autunnale ricordava con più vividezza le emozioni che non le appartenevano più, i piaceri aspri, intensi e spietati del corpo. Forse aveva qualcosa a che fare con la luce obliqua, con l’odore acre delle foglie che bruciavano, con i bambini che la mattina si affrettavano a scuola. Quei giorni avevano come un’urgenza, un significato più vivo da cui lei era esclusa. Continua a leggere Le citazioni pericolose: Joyce Carol Oates→
I colpi di scena, le svolte sono invenzioni di narratori e drammaturghi, espedienti necessari quando si vuole ridurre, tradurre una vita in un intreccio, quando si vuole distillare un significato morale da una sequenza di atti, quando si intende congedare il pubblico con qualche cosa di indimenticabile che segni la crescita di un personaggio. Intravvedere la luce, il momento di verità, il nodo cruciale, è di sicuro una pratica che prendiamo a prestito da Hollywood o dalla Bibbia, per attribuire un senso retrospettivo a una memoria sovraffollata.
Stava aiutando Babette a spingere il suo carrello stracarico. Lo sentii dire: – I tibetani credono che vi sia uno stato di transizione tra la morte e la rinascita. La morte sarebbe fondamentalmente un periodo di attesa. Dopo poco tempo l’anima sarà accolta da un nuovo grembo. Nel frattempo essa restituisce a se stessa una parte della divinità che ha perduto al momento della nascita -. Continua a leggere Le citazioni pericolose: Don DeLillo→
da Piazza d’Italia (Feltrinelli, 1993) di Antonio Tabucchi
“Bisogna amputare,” disse il pizzetto del medico.
La scheggia aveva sfracellato il piede che pendeva attaccato ai tendini, come un ex voto.
“Taglia pure questi filacci,” disse Plinio.
Non fu un lavoro difficile, anche se fatto alla buona, tra il fumo e la confusione della breccia. Quando ebbe stagnato i vasi il medico prese la bacinella e fece per andarsene, ma Plinio lo fermò.
“Quello è mio e lo rivoglio,” disse deciso. Continua a leggere Le citazioni pericolose: Antonio Tabucchi→
Da Il mestiere di scrivere (Einaudi, 1997) di Raymond Carver
Troppo spesso lo “sperimentalismo” viene usato come una specie di licenza per scrivere in modo sciatto, sciocco o imitativo. O, peggio ancora, come licenza per tentare di brutalizzare e alienare il lettore. Continua a leggere Le citazioni pericolose: Raymond Carver→
Lunghe notti semplicemente pensando all’utilità di quel dischetto di filo metallico, di quegli oggettini gialli di filo di rame che comperi nei supermarkets per dieci cents, tutti per me infinitamente più interessanti dello stupido e insensato romanzo Il lupo della steppa trovato nella capanna e letto con un’alzata di spalle Continua a leggere Le citazioni pericolose: Jack Kerouac→
Da Il padiglione d’oro (Feltrinelli, 1996) di Yukio Mishima
La conclusione di questo estenuante vagare col pensiero, fu che alla base del collo mi spuntò un foruncolo rosso e turgido.
Non lo toccai neppure. Affondò le sue radici premendomi dietro al collo con forza massiccia ed ardente. Nel dormiveglia sognai che sul mio collo si fosse acceso un raggio d’oro che a poco a poco s’allungasse fino a rinchiudersi dietro al mio capo come un’aureola. Continua a leggere Le citazioni pericolose: Yukio Mishima→
Da Un solitudine troppo rumorosa (Einaudi, 1999) di Bohumil Hrabal
E io alle falde della montagna mi raggomitolo come Adamo nel cespuglio, con un libro in mano apro gli occhi su un mondo diverso da quello dove appunto stavo, perché io quando incomincio a leggere sto proprio altrove, sto nel testo, io mi meraviglio e devo colpevolmente ammettere di essere davvero stato in un sogno, in un mondo più bello, di essere stato nel cuore stesso della verità. Continua a leggere Le citazioni pericolose: Bohumil Hrabal→
A quel tempo gli esseri umani erano dotati di cervelli molto più grossi di quelli attuali, e di conseguenza potevano lasciarsi sedurre dai misteri. Uno di tali misteri era come un numero tanto elevato di creature incapaci di percorrere grandi distanze a nuoto fosse riuscito a raggiungere le isole Galapagos, un arcipelago di picchi vulcanici a ovest di Guayaquil, che mille chilometri di acque molto profonde e molto fredde provenienti dall’Antartide separavano dalla terraferma. Continua a leggere Le citazioni pericolose: Kurt Vonnegut→