L’incapacità di comprendere la complessità in cui viviamo.
La percezione di un baratro che si spalanca senza darsi a vedere.
Questo corpo sociale senza cartilagini, che fa frizione e stride, ma poi non va in frantumi e si calcifica ovunque.
Cosa significhi sentirsi presi nel mezzo, vittime dell’urto, e al tempo stesso spettatori impotenti e adirati, la cui furia sia rivolta tutta in se stessi.
Il corrompersi degli organi, l’annichilimento a cui l’individuo si adegua.
La macchina che incessantemente ci digerisce.